Ovvero la metodologia tecnico-scientifica interdisciplinare che si occupa della ricerca, dell’esaltazione, dell’acquisizione, della protezione, dello studio e dell’analisi delle fonti di prova emerse successivamente al verificarsi di un qualsivoglia evento criminoso.
Ricostruisce la scena delittuosa attraverso l’interpretazione delle tracce lasciate, con specifico riferimento a quelle latenti, la cui messa in evidenza può avvenire anche attraverso l’accorto impiego delle luci forensi aventi lunghezza d’onda specificamente adatte per l’investigazione criminalistica, quella, cioè, al di sotto dei 400 nm. e quella oltre i 700 nm. L’uso di tali luci appare indispensabile sia per la ricerca preliminare di contatti dattiloscopici, sia per “rafforzare” quelli sviluppati mediante le più attuali tecniche di esaltazione, senza tralasciare la loro insostituibile funzione per l’individuazione di tracce di fluidi biologici.
L’ambito specifico in cui la criminalistica esplica tutte le sue notevoli potenzialità è quello delle indagini dirette, quelle, cioè, che prescindono dalle dichiarazioni o dalle testimonianze, e si concentrano unicamente ed esclusivamente sulle tracce del reato, le quali, com’è noto, non mentono mai.