forensic animation
(in collaborazione e a cura del dott. Giuseppe Galliano)
Forensic Animation ovvero lo sviluppo di tecnologie di supporto all’analisi forense volte sostanzialmente a:
- migliorare i segnali analogici, audio e video, statici o dinamici;
- riprodurre in 3D, virtualmente, scene reali;
- individuare eventuali attività di manomissione o alterazione di supporti digitali.
Ogni tipo di immagine registrata (statica o in video) che provenga da apparecchi come sistemi di videosorveglianza, telecamere amatoriali, telefonini, piattaforme web in genere, può essere migliorata al fine di rendere le stesse oggetto di comparazioni o approfondimenti.
Il grado di miglioramento è riferibile a una serie di fattori, quali le tecnologie scelte ed il metodo, spesso individuato caso per caso, con cui le immagini vengono trattate.
Ad esempio, nel caso di perizia svolta per la Corte d’assise d’Appello di Torino (2012) per poter effettuare comparazioni tra immagini apparentemente illeggibili, si è proceduto ad isolare limitate porzioni delle stesse sequenze che presentassero caratteristiche migliori.
Oppure è possibile riproporre fedelmente episodi da analizzare, filmarli e compararli con i risultati dell’elaborazione digitale delle immagini.
Ogni indagine è un episodio a sé e va trattato come tale, integrando tra loro l’impiego di software e tecnologie diverse.
Simulazioni e rappresentazioni tridimensionali
Altro campo da prendere in considerazione è quello delle ricostruzioni in 3D, o virtuali. Si dividono in SIMULAZIONI e RAPPRESENTAZIONI TRIDIMENSIONALI.
La simulazione parte dalla ricostruzione oggettiva fedele in toto e si spinge fino a mostrare quello che non può essere visto o visualizzato con tecniche tradizionali.
La rappresentazione illustra, per meglio comprenderlo, un evento.
Entrambe le tecniche non risolvono nulla autonomamente, ma illustrano, esplicano, eventualmente aiutano a dimostrare conclusioni di esperti quali:
- autorità Giudiziaria;
- avvocati;
- investigatori;
- medici;
- ingegneri, periti, tecnici in genere.
In entrambi i casi si realizza un modello tridimensionale del luogo interessato, in tutto e per tutto corrispondente all’omologo reale. Quindi si procede a costruire, in tre dimensioni, gli oggetti e i soggetti presenti nella scena.
Gli stessi possono essere mossi seguendo, in modo vincolante, le indicazioni ricavabili dal materiale documentale.
Una volta ottenuto il modello virtuale identico all’omologo reale e una sequenza di eventi che riproducano fedelmente quanto accaduto (o si suppone essere accaduto), è possibile visualizzare la scena da più punti di vista, quali quelli di soggetti coinvolti o da un punto di vista terzo.
Questo metodo risulta particolamente efficace per attività quali:
- verifica delle testimonianze e/o versione di imputati;
- analisi cinematica di sinistri stradali, aerei, navali, strutturali;
- analisi di eventi dinamici e cinematici;
- analisi delle traiettorie balistiche e degli impatti;
- analisi della pratica medica;
- verifica delle testimonianze e/o versione di imputati;
- analisi dei difetti di fabbricazione;
- analisi di infortuni.
Una tecnica non esclude l’altra, anzi.
Stante il largo uso di sistemi di videosorveglianza, posti sia all’esterno che all’interno, è possibile ricavare elementi utili per ricostruire, realmente e virtualmente, eventi con relative dinamiche nonché aiutare ad identificare soggetti e mezzi coinvolti, sempre in relazione alla qualità ed alla quantità dei dati disponibili all’origine.
Oggi dalle immagini videoregistrate da impianti di sicurezza, posizionati sia in ambienti chiusi (banche, poste, supermercati) che all’aperto (parchi pubblici, piazze, strade, ecc.) si possono ricavare dati impiegabili non solo per la ricostruzione dinamica dell’evento, ma anche essere di aiuto nell’identificazione dei soggetti o di mezzi coinvolti.